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Abstract: Nel nostro Paese, secondo i dati Eurostat, la percentuale dei lavoratori impiegati nei servizi sanitari e sociali si attesta al 7,2% del totale degli occupati (vale a dire circa 1,6 milioni). Acquista sempre maggiore rilevanza anche per questa figura professionale il binomio competenze-formazione. In questa duplice direzione si è mosso il progetto Forth (From non-formal and informal learning to a flexible training system for healthcare workers), pensato appunto per migliorare la conosc ...; [Read more...] Nel nostro Paese, secondo i dati Eurostat, la percentuale dei lavoratori impiegati nei servizi sanitari e sociali si attesta al 7,2% del totale degli occupati (vale a dire circa 1,6 milioni). Acquista sempre maggiore rilevanza anche per questa figura professionale il binomio competenze-formazione. In questa duplice direzione si è mosso il progetto Forth (From non-formal and informal learning to a flexible training system for healthcare workers), pensato appunto per migliorare la conoscenza e la comprensione delle competenze professionali richieste a questo profilo, mentre nell’ottica della formazione continua, alcune evidenze empiriche di qualche significatività possono derivare dalla prima edizione dell’Indagine campionaria sulle professioni realizzata da ISFOL e Istat su finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che si è posta l’obiettivo di fotografare in modo dettagliato il contenuto del lavoro delle professioni esistenti. L’obiettivo è infatti quello di porre l’attenzione sulla natura e sui contenuti del lavoro, nella prospettiva di descrivere in modo analitico tutte le professioni esistenti nel mercato del lavoro del nostro Paese. L’accento viene posto su differenti aspetti che caratterizzano nel complesso la dimensione professionale di una figura: requisiti specifici, caratteristiche, competenze, conoscenze, valori, attività e condizioni di lavoro.

Abstract: Obiettivo dell'articolo è fornire informazioni e dati per la pianificazione di percorsi di aggiornamento e formazione, nonché suggerimenti utili, per individuare e anticipare i futuri fabbisogni di competenze e conoscenze relativi alle professioni che in Italia fanno riferimento a Ordini professionali. Queste professioni, interessate da recenti evoluzioni normative sia a livello comunitario che nazionale, sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo. L'articolo si con ...; [Read more...] Obiettivo dell'articolo è fornire informazioni e dati per la pianificazione di percorsi di aggiornamento e formazione, nonché suggerimenti utili, per individuare e anticipare i futuri fabbisogni di competenze e conoscenze relativi alle professioni che in Italia fanno riferimento a Ordini professionali. Queste professioni, interessate da recenti evoluzioni normative sia a livello comunitario che nazionale, sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo. L'articolo si concentra sugli aspetti qualitativi (in particolare competenze e conoscenze), con particolare riferimento ad alcune professioni ordinistiche (consulenti del lavoro, spedizionieri doganali, farmacisti, infermieri, geometri, biologi e arcitetti).

Abstract: Il contributo fornisce degli elementi concreti sul versante dell’analisi dei fabbisogni aziendali, frutto di una indagine che l’Isfol ha condotto di recente presso un campione di 35mila imprese private rappresentativo dell’intera economia italiana.

Abstract: L’influenza delle nuove tecnologie digitali sul mercato del lavoro rischia di restringere lo spazio di autonomia delle competenze dei lavoratori. L’articolo propone una riflessione circa gli effetti che le recenti evoluzioni tecnologiche stanno avendo sul lavoro e sulle competenze dei lavoratori.

Abstract: La presenza stabile di milioni di cittadini stranieri in vari Paesi dell’Unione europea, a cominciare da quelli dell’Europa occidentale, sollecita quotidianamente gli organismi politici e i legislatori a promuovere un ampliamento delle potenzialità delle reti di protezione sociale. Da tempo, per esempio, in vari contesti nazionali sono state avviate iniziative sperimentali di mediazione culturale e/o linguistico-culturale finalizzate alla promozione della piena fruizione, da parte di c ...; [Read more...] La presenza stabile di milioni di cittadini stranieri in vari Paesi dell’Unione europea, a cominciare da quelli dell’Europa occidentale, sollecita quotidianamente gli organismi politici e i legislatori a promuovere un ampliamento delle potenzialità delle reti di protezione sociale. Da tempo, per esempio, in vari contesti nazionali sono state avviate iniziative sperimentali di mediazione culturale e/o linguistico-culturale finalizzate alla promozione della piena fruizione, da parte di cittadini, famiglie e minori stranieri, dei servizi del welfare locale quale parte integrante di una più generale strategia di valorizzazione del rispetto, del dialogo e della pacifica convivenza tra culture. Anche in Italia possono annoverarsi questo genere di iniziative; ed anzi, la comunità scientifica ha accompagnato tali sperimentazioni interrogandosi sulle dimensioni funzionali e professionali dell’intervento mediatorio, mentre diverse Regioni hanno approntato una prima regolamentazione della figura professionale del mediatore culturale. In questo senso la mediazione culturale, intesa come dimensione di tutte le politiche di integrazione (strumento pensato, per esempio, per facilitare l’accesso ai servizi oppure l’inserimento lavorativo), rappresenta un passaggio ineludibile per la costruzione di efficaci policy di inclusione sociale rivolte ai migranti. In tale contesto il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Direzione generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali ha maturato l’esigenza di realizzare un’analisi finalizzata a ricostruire, in chiave comparativa nazionale ed europea, la dimensione professionale ed occupazionale del mediatore culturale.

Abstract: Si esplorano le dinamiche relative all’ambito dei servizi turistici, di alloggio e di ristorazione con il duplice intento di evidenziare alcuni elementi concernenti la consistenza occupazionale del settore ma soprattutto di sottolineare le esigenze del fabbisogno espresse dagli imprenditori del settore con particolare riferimento alla necessità di aggiornamento relative a conoscenze e skills.

Abstract: In Italia ci sono ventisette professioni che fanno riferimento a ordini e collegi professionali. Nel complesso più di due milioni di persone lavorano nell’ambito dei cosiddetti servizi professionali, generando il 15% del PIL del nostro paese. Tra queste professioni ci sono ingegneri, medici, architetti e avvocati, ma anche giornalisti, chimici, agronomi, ostetriche, biologi e psicologi. Generalmente queste professioni sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo, a pa ...; [Read more...] In Italia ci sono ventisette professioni che fanno riferimento a ordini e collegi professionali. Nel complesso più di due milioni di persone lavorano nell’ambito dei cosiddetti servizi professionali, generando il 15% del PIL del nostro paese. Tra queste professioni ci sono ingegneri, medici, architetti e avvocati, ma anche giornalisti, chimici, agronomi, ostetriche, biologi e psicologi. Generalmente queste professioni sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo, a partire dai dati forniti dagli stessi ordini e collegi professionali. Questo articolo cerca di cambiare la prospettiva, concentrandosi sia sulla dimensione quantitativa che, in particolare, sugli aspetti qualitativi (competenze, valori ecc.), così come emergono dalla prima indagine nazionale sulle professioni realizzata da ISFOL e ISTAT e dalla classificazione ISTAT delle professioni. L’obiettivo principale di questo documento
è fornire informazioni e dati per la pianificazione di strategie di apprendimento permanente nonché suggerimenti utili per individuare e anticipare i futuri fabbisogni di competenze e conoscenze.

In Italy there are 27 occupations that refer to professional bodies. Overall more than two millions of people work in professional services, generating the 15% of Italian GDP. There are engineers, doctors, architects and lawyers among these occupations, but even journalists,
chemists, agronomists, midwives, biologists and psychologists. Generally these occupations
have been often analyzed by a quantitative perspective, starting from the focus on figures emerging from self-declarations of professional bodies. This paper tries to change the perspective by focusing either on the quantitative dimensions than, particularly, on the qualitative evidences and trends (skills, values, etc.) as they emerge from the first national
survey on occupations run by ISFOL and ISTAT and from the ISTAT Classification of Occupations. The main goal of this paper is providing informations and data for planning lifelong learning strategies and also for identifying and anticipating future skill needs and potential skill mismatches.

Abstract: Le professioni sociali, impegnate nell’offerta di servizi rivolti ad anziani, disabili, famiglie e giovani, sono state spesso studiate da un punto di vista qualitativo, con particolare riferimento all’analisi delle competenze e dei valori. Meno frequente è invece l’approfondimento dei dati quantitativi, per lo più legato ai numeri forniti dalle organizzazioni che offrono servizi di welfare sul territorio. Questo contributo prova invece a riflettere, in modo complementare, sia sugli asp ...; [Read more...] Le professioni sociali, impegnate nell’offerta di servizi rivolti ad anziani, disabili, famiglie e giovani, sono state spesso studiate da un punto di vista qualitativo, con particolare riferimento all’analisi delle competenze e dei valori. Meno frequente è invece l’approfondimento dei dati quantitativi, per lo più legato ai numeri forniti dalle organizzazioni che offrono servizi di welfare sul territorio. Questo contributo prova invece a riflettere, in modo complementare, sia sugli aspetti quantitativi che su quelli qualitativi che riguardano le professioni sociali, partendo dalla classificazione delle professioni e da dati e informazioni derivanti dalla prima Indagine nazionale sulle professioni condotta da ISFOL e ISTAT. Il numero di professioni sociali operante in Italia ha ormai abbondantemente superato il milione di unità. Il lavoro sociale è prevalentemente svolto da donne, mentre una consistente fetta dei professionisti che si occupano di anziani e giovani ha cittadinanza straniera (extra comunitari o provenienti dall'Europa dell'Est), specialmente per quanto riguarda il lavoro di cura svolto a domicilio.

The sector’s employment profile of Social jobs is quite broad and includes people who work in community based services or in hospital, in jails or in home based services. It also covers residential and daily social care activities, informal education or support for elderly and disabled people, or those working in children’s day care. All these samples of social jobs are classed as white jobs. They have often been analyzed only in a qualitative perspective: competences, skills, values, etc. Even in the very few cases when they are analyzed in a quantitative perspective the focus is on facts and figure emerging from self declarations of Third Sector organizations involved in carrying out local welfare interventions. This paper tries to change the perspective by focusing either on the qualitative or on the quantitative dimensions and trends as they emerge from the ISTAT Classification of Occupations and from the first national survey on occupations run by ISFOL and ISTAT. More than one million of people work in local welfare services: most of them are women. The most relevant part of the workers employed in elderly people’s and/or disabled daily care are from non UE countries or from Eastern Europe.

Abstract: L'articolo affronta l'evoluzione della normativa italiana in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche, prestando particolare attenzione ai fabbisogni del personale ed ai carichi di lavoro.

Abstract: Sono illustrati il quadro teorico e la metodologia alla base dell’Indagine sulle professioni effettuata nel biennio 2006-2007 in collaborazione tra Istat ed Isfol. L’analisi prosegue illustrando alcuni dei principali risultati che scaturiscono in ordine alla lettura dei fabbisogni professionali al fine di riflettere sulle esigenze di competenze nel mercato del lavoro italiano.