Analitico
franceschetti, massimiliano
Le professioni ordinistiche in Italia : dati quantitativi, competenze, valori
Abstract:
In Italia ci sono ventisette professioni che fanno riferimento a ordini e collegi professionali. Nel complesso più di due milioni di persone lavorano nell’ambito dei cosiddetti servizi professionali, generando il 15% del PIL del nostro paese. Tra queste professioni ci sono ingegneri, medici, architetti e avvocati, ma anche giornalisti, chimici, agronomi, ostetriche, biologi e psicologi. Generalmente queste professioni sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo, a pa ...; [read all]
In Italia ci sono ventisette professioni che fanno riferimento a ordini e collegi professionali. Nel complesso più di due milioni di persone lavorano nell’ambito dei cosiddetti servizi professionali, generando il 15% del PIL del nostro paese. Tra queste professioni ci sono ingegneri, medici, architetti e avvocati, ma anche giornalisti, chimici, agronomi, ostetriche, biologi e psicologi. Generalmente queste professioni sono state spesso analizzate da un punto di vista quantitativo, a partire dai dati forniti dagli stessi ordini e collegi professionali. Questo articolo cerca di cambiare la prospettiva, concentrandosi sia sulla dimensione quantitativa che, in particolare, sugli aspetti qualitativi (competenze, valori ecc.), così come emergono dalla prima indagine nazionale sulle professioni realizzata da ISFOL e ISTAT e dalla classificazione ISTAT delle professioni. L’obiettivo principale di questo documento
è fornire informazioni e dati per la pianificazione di strategie di apprendimento permanente nonché suggerimenti utili per individuare e anticipare i futuri fabbisogni di competenze e conoscenze.
In Italy there are 27 occupations that refer to professional bodies. Overall more than two millions of people work in professional services, generating the 15% of Italian GDP. There are engineers, doctors, architects and lawyers among these occupations, but even journalists,
chemists, agronomists, midwives, biologists and psychologists. Generally these occupations
have been often analyzed by a quantitative perspective, starting from the focus on figures emerging from self-declarations of professional bodies. This paper tries to change the perspective by focusing either on the quantitative dimensions than, particularly, on the qualitative evidences and trends (skills, values, etc.) as they emerge from the first national
survey on occupations run by ISFOL and ISTAT and from the ISTAT Classification of Occupations. The main goal of this paper is providing informations and data for planning lifelong learning strategies and also for identifying and anticipating future skill needs and potential skill mismatches.
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