Analitico

Dalla flexicurity alla mobication : cosa cambia nella definizione delle politiche del lavoro a livello comunitario

Abstract: La patria della flexicurity, la Danimarca, pone sotto dura critica l’efficacia delle politiche ispirate alla flexicurity stessa, e conia un altro neologismo per indicare un mix di
policy più «adatto» ad affrontare i problemi posti dall’attuale situazione economica. In un rapporto commissionato dal Nordic Council all’Università di Copenhagen gli economisti danesi promuovono la mobication (mobility + education), ovvero un mercato del lavoro caratterizzato da un’alta mobilità dei lavorat ...; [read all] La patria della flexicurity, la Danimarca, pone sotto dura critica l’efficacia delle politiche ispirate alla flexicurity stessa, e conia un altro neologismo per indicare un mix di
policy più «adatto» ad affrontare i problemi posti dall’attuale situazione economica. In un rapporto commissionato dal Nordic Council all’Università di Copenhagen gli economisti danesi promuovono la mobication (mobility + education), ovvero un mercato del lavoro caratterizzato da un’alta mobilità dei lavoratori, e un sistema di istruzione e formazione estremamente flessibile e supportato da policy a livello sia nazionale che europeo. Combinazione, questa, vista come determinante per la competitività e la futura crescita dell’Europa. Negli anni in cui si è promossa la flexicurity, si è cercato di stressare il rapporto tra flessibilità e sicurezza spingendo i paesi membri da una parte a riformare i modelli contrattuali esistenti, introducendo maggiore flessibilizzazione, e dall’altra a riformare i sistemi di welfare rendendoli in grado di sostenere un sistema di protezione dei lavoratori non più a carico dell’impresa (security on the job) ma a carico del sistema sociale (security on the market). Con l’intervento della crisi economica e la conseguente perdita di milioni di posti di lavoro, l’attenzione viene spostata sull’intera forza lavoro europea che non può più guardare al proprio ambito locale e/o nazionale, ma deve essere «educata» a una continua mobilità sull’intero territorio comunitario, seguendo (o rincorrendo) un’offerta di lavoro che ha già da lungo tempo superato il concetto stesso di «confine».

Denmark, home of flexicurity, puts under harsh criticism the effectiveness of policies inspired by the flexicurity itself, and combines another neologism, mobication, to describe a mix of policy more «suitable» to address the problems posed by the current economic situation. In a report commissioned by the Nordic Council at the University of Copenhagen, Danish economists promote mobication (mobility + education), as crucial for the future competitiveness and growth in Europe. The neologism suggests a policy mix characterized by high mobility of workers and a system of education and training extremely flexible and supported by policy both at national and European level. In the years in which it was promoted flexicurity, the European Commission has tried to stress the relationship between flexibility and security pushing the Member States to reform the existing contractual models, introducing greater flexibility, and to reform the welfare state system. The crisis has emphasized the need to combine «flexibility with security», highlighting what the Commission itself described as a political compromise between a neo-liberal understanding of the markets and a more traditional understanding of welfare state regulation. Trends in recent years suggest that high labour mobility and a flexible education system, directly supported by European as well as national policies, may be crucial for the competitiveness and future prosperity of Europe. Mobication deals with the fact that tomorrow’s employment policies must create conditions to facilitate labour mobility through the lifelong learning of the individual. [compress]