Search result

Abstract: L’obiettivo di questo contributo è di offrire una rapida panoramica su quelle che sono state le principali tappe che hanno segnato il diffondersi delle attività industriali nel Sud dall’Unità d’Italia ad oggi, alla luce delle politiche messe in campo per favorirne lo sviluppo. La scelta della periodizzazione adoperata nell’analisi ha tenuto conto sia dell’evoluzione del quadro economico che delle fasi attraversate dalla politica industriale nel Sud. Ciò che appare emergere è, in primo ...; [Read more...] L’obiettivo di questo contributo è di offrire una rapida panoramica su quelle che sono state le principali tappe che hanno segnato il diffondersi delle attività industriali nel Sud dall’Unità d’Italia ad oggi, alla luce delle politiche messe in campo per favorirne lo sviluppo. La scelta della periodizzazione adoperata nell’analisi ha tenuto conto sia dell’evoluzione del quadro economico che delle fasi attraversate dalla politica industriale nel Sud. Ciò che appare emergere è, in primo luogo, una forte “isteresi”, sotto il profilo territoriale, del processo di industrializzazione. I vantaggi di natura istituzionale, geografica e infrastrutturale di cui ha goduto il Nord durante il protezionismo (fine XIX secolo) hanno costituito le pre-condizioni al decollo dell’area, determinando un differenziale di sviluppo rimasto immutato per oltre cinquant’anni. Tra gli anni ‘60 e la prima metà degli anni ’70, la politica industriale messa in campo con l’intervento straordinario si è rivelata efficace, consentendo un parziale recupero del gap di industrializzazione meridionale. Dal secondo shock petrolifero, mutamenti nel quadro macro, il perdurare nel Sud di alcuni limiti di natura istituzionale e la perdita di efficacia della policy hanno interrotto il processo di convergenza dell’industria meridionale; anzi, negli anni a noi più vicini, stanno emergendo preoccupati segnali di una crescente divergenza tra l’apparato produttivo delle due macro-aree.

Abstract: Il lockdown costa 47 miliardi al mese, 37 al Centro-Nord, 10 al Sud. Considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, il Pil nel 2020 si ridurrebbe del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno.

Abstract: Il “Piano nazionale Industria 4.0” può offrire un miglioramento delle condizioni competitive dell’apparato produttivo di Centro-Nord e Mezzogiorno. La valutazione è effettuata con il modello econometrico bi-regionale della SVIMEZ (NMODS). Le variabili oggetto di valutazione sono gli investimenti, il valore aggiunto e la produttività oraria, quest’ultime due riferite al comparto industriale.